LA CHIESA PARROCCHIALE

LA FACCIATA

Presenta una facciata in stile neoclassico consistente in una quinta muraria in laterizio alta e stretta, delimitata da due lesene piatte che, dallo stilobate di base, senza interruzioni, raggiungono l’architrave composito che sorregge il timpano triangolare. Gli elementi di maggior aggetto in facciata sono costituiti dalle cornici che definiscono il timpano, l’architrave e le cornici del portale d’ingresso. In asse al portale, su piccola cornice che taglia trasversalmente tutta la facciata nella parte superiore, poggia una lunetta tamponata, la stessa che si ripete lungo i muri perimetrali della chiesa come finestra.

La tinteggiatura in rosso scuro delle parti aggettanti e in giallo delle parti piatte risale agli ultimi lavori di ristrutturazione della chiesa.

L’INTERNO

La chiesa, in stile neoclassico, è ad unica navata a botte. Nella parte superiore dei muri perimetrali, ad eccezione di quello di fondo del presbiterio, scorre il cornicione, elemento di maggior aggetto. Al di sotto di esso, racchiusa tra due cornici, vi è una fascia con scritte dipinte. Di fronte all'altare, ai lati, si aprono due cappelle delimitate da balaustre analoghe a quella del presbiterio, sovrastato da cupola cieca di piccole dimensioni.
L'altare maggiore originale è rivolto verso la parete di fondo e dipinto a finto marmo. Al centro di esso è collocato il tabernacolo. Il fastigio che sopra di esso s'innalza è dipinto sulla parete di fondo con colorazione e motivi analoghi a quelli dell'altare. Nella parte centrale è ricavata la nicchia ove è collocata la pala dell'Assunzione della Vergine, al di sopra la scritta: "ALTARE QUOTIDIANO/PRIVILEGIATO PERPETUO".

Al di sopra del cornicione, in corrispondenza delle due colonne anteriori del presbiterio, erano collocati due angeli in legno dorato, opera di maestranze locali del sec. XVIII. Ora sono conservati al Museo Diocesano di Jesi.
La tinteggiatura delle pareti risale agli ultimi lavori di ristrutturazione della chiesa.

FONTE BATTESIMALE

Entrando a sinistra, al di sotto della cantoria, in una nicchia dipinta in azzurro, si trova l'antico fonte battesimale in legno scolpito.

L’ORGANO

Sulla cantoria sovrastante la bussola dell’ingresso è collocato il prestigioso organo a canne, costruito dal veneziano Antonio Callido nel 1820 circa e proveniente dalla chiesa annessa al monastero delle Clarisse di Arcevia. Fu acquistato dal parroco don Pietro Renzi e trasportato in loco nell’ottobre 1910 come è possibile leggere sulla targa in ottone applicata sullo strumento, al di sotto delle canne di facciata, disposte a cuspide con ali entro vano arcuato. Da notare le decorazioni aggettanti della cassa lignea in stile barocco recentemente ritinteggiata. Lo strumento, seppur parzialmente modificato, è suonabile e in condizioni abbastanza buone di conservazione.


LE TELE

1. Assunzione della Vergine in cielo con Santi
Pala d’altare
Metà sec. XVII
Olio su tela, cm. 160x140
Secondo un’antica tradizione attestata da un vecchio parroco riferisce della voce che questa preziosa tela sia opera del pittore seicentesco Domenichino, ma nessun documento conferma tale attribuzione. Il dipinto rappresenta la Vergine su un trono di nubi a braccia aperte ed innalzate mentre viene elevata in cielo. Inginocchiati, ai suoi, piedi, San Giuseppe con la verga fiorita in mano e, a destra, Sant’Antonio da Padova che reca in mano un giglio. Interessante anche la ricchezza di vivaci particolari dai quali è caratterizzato il dipinto.

Il dipinto, tuttavia, sembra richiamarsi ai moduli artistici del pittore bolognese che tra gli allievi della scuola di Annibale Carracci fu il più coerente agli ideali classici ispirati dalla pittura raffaellita, in opposizione agli “eccessi” della pittura barocca.

Il dipinto originale, recentemente sostituito da una riproduzione fotografica, è conservato al Museo Diocesano di Jesi.

2. Santo e Angelo

Collocato in una nicchia posta in alto, sulla parete destra,
a metà della navata
Prima metà sec. XVIII
Olio su tela, cm. 144x98
Il santo, che dall’abito sembra appartenere ad una congregazione religiosa maschile, è difficilmente identificabile per mancanza di documenti storici che indichino, per altro, l’autore e il luogo di provenienza. Il santo è ritratto in un nimbo di luce con un braccio alzato verso il cielo e l’altro in un gesto di accoglienza paterna ed aiuto. L’angelo con la mano destra sorregge e porge al santo un piatto ove sono posti gli organi sensoriali che gli sono stati brutalmente asportati durante il martirio, mentre con la sinistra impugna una palma.

3. Madonna in Gloria con Bambino e Santi
Altare della cappella sinistra
Metà sec. XVII
Olio su tela, cm. 231x158
Il dipinto, a causa del deterioramento della parte inferiore, non rivela i particolari della scena in cui viene raffigurata la Vergine sulle nubi con il Bambino, in piedi sulle ginocchia della Madonna e circondati da movimento vorticoso di angeli e cherubini. Nella parte inferiore del quadro si scorgono, da sinistra, un Santo Vescovo in abiti pontificali, ma con il simbolo del martirio in mano, ritto con il pastorale. Accanto a lui, al centro, San Rocco e una santa non identificata con lo sguardo rivolto verso il cielo. In basso a destra potrebbe esserci un’altra figura che, a causa dell’usura della tela, non è identificabile.
Il volto della Madonna, comunque, potrebbe essere stato ritoccato da un pittore non abile.

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Nella notte tra il 17 e il 18 gennaio 2007
i ladri hanno sfondato la porta sul lato destro della chiesa e sono penetrati in chiesa
asportando 12 candelabri:
4 dall'altare maggiore;
2 + 2 dagli altari laterali
e 4 nella sacristia provvisoria.
E stata esposta denuncia a i carabinieri di Jesi.

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