PROGETTO PASTORALE

Premessa : Analisi della situazione.

Nel territorio, assegnato giuridicamente alle parrocchie di san Massimiliano Kolbe e Santa Maria Assunta di Tabano, vivono circa seimila persone.

Dal punto di vista civile si può parlare di un quartiere tranquillo, con molto verde, dove si vive bene.

Dal punto di vista religioso si deve dire che la parrocchia è molto giovane e la gente vi è giunta, nel giro di poco più di un decennio, da ogni parte della città e anche dai paesi della Vallesina: per questo parlare di <<comunità>> appare ancora prematuro.

Il complesso parrocchiale, anche mediante le attività dell’Oratorio, tenta di svolgere un ruolo aggregante, come la situazione richiede.

I gruppi ecclesiali presenti all’interno della parrocchia sono sostanzialmente due: Azione Cattolica e Agesci.
Diverse persone fanno parte di altri movimenti: Cursillos, Focolarini, Neocatecumenali, Rinnovamento nello Spirito, Milizia dell’Immacolata. Questi ultimi due s’incontrano ogni settimana nei locali della parrocchia.
Anche con l’apporto dei gruppi, il numero dei collaboratori per la gestione della parrocchia è abbastanza elevato. Si può mirare alla costruzione della comunità, cioè a fare Chiesa, superando quell’individualismo che caratterizza un certo cristianesimo: quello, per intenderci, che si esaurisce con la sola Messa della domenica, sentita soprattutto come precetto da assolvere .

Il clima culturale, che coinvolge singoli e famiglie, rende difficile l’attività dell’evangelizzazione.

Sarebbe auspicabile una pastorale dell’evangelizzazione che superi lo stretto ambito della parrocchia, ma al presente non sembra possibile.
La gente si ritrova volentieri attorno ad un tavolo e/o ad un campo di calcio (es. torneo di calcio), ma appare meno disponibile a ritrovarsi insieme per confrontarsi su eventuali contenuti.

La parrocchia, da tappa obbligata per i “riti di passaggio”, cioè per i momenti più significativi della vita di una persona (battesimo, cresima, prima comunione, matrimonio…), deve tornare ad essere luogo di incontro, di dialogo, di esperienza di Dio. La presenza stessa del prete deve essere una presenza che sa ascoltare, che sa illuminare con una parola “nuova”, che è la parola del Vangelo, che sa essere disponibile al dialogo e alla condivisione.

Indicazioni per un PROGETTO PASTORALE

A. Evangelizzazione

Con questo termine si vuole indicare l’annuncio del Vangelo a tutte le persone.
Conoscere il Vangelo, infatti, vuol dire conoscere Gesù Cristo e, attraverso Gesù Cristo, conoscere Dio, colui che è Padre e fonte della vita.
Le attività riconducibili all’evangelizzazione sono molteplici.
La comunità parrocchiale di san Massimiliano Kolbe riconosce nella Parola il fondamento della propria salvezza e del proprio essere Chiesa.
Essa si propone di raggiungere i seguenti obbiettivi entro i prossimi cinque anni (2006-2010)

1. Aiutare i Genitori che chiedono il Battesimo e il Catechismo per i propri figli, a scegliere in modo libero, personale e consapevole.

1.1. I genitori, i Padrini e le Madrine che chiedono il Battesimo saranno aiutati con particolari sussidi a prendere atto dell’importanza del Battesimo, che, pertanto, sarà celebrato ogni due mesi: o nella Messa delle ore 10,00 o in un’apposita celebrazione pomeridiana, al di fuori della Messa, per permettere una catechesi sufficiente a decidere liberamente e responsabilmente se confermare la richiesta del Battesimo o rimandarla.
La celebrazione del Battesimo sarà preparata da almeno tre incontri, guidati dal sacerdote e da una coppia di genitori, con l’obbiettivo di aiutare genitori, padrini e madrine a “mettere a fuoco” alcuni fondamentali valori, che stanno alla base della loro azione educativa.

1.2. I genitori che chiedono il catechismo per i loro figli, debbono essere aiutati a prendere coscienza di essere essi stessi i primi destinatari della catechesi.
Nell’attuale economia della salvezza, la fede è un dono e non una necessità; è il segno dell’accondiscendenza di Dio verso l’uomo.
Desiderare la salvezza per tutti è legittimo e Gesù lo ha desiderato intensamente.
Egli, però non ha mai imposto il suo Vangelo, bensì ha fatto sempre appello alla libertà degli uomini e delle donne: <<Se vuoi…>>.

Per i genitori, padre e madre, si propone un “cammino di fede” che tenga conto dei Catechismi della CEI.
I genitori che accettano la proposta, saranno aiutati, anche con opportuni suggerimenti e sussidi, a crescere nella fede e a testimoniarla nel quotidiano, perché i figli possano respirare in famiglia un autentico clima di fede.
La catechesi potrà essere animata dai sacerdoti, con la collaborazione di qualche volontario, soprattutto se genitore.
L’attuazione del progetto è necessariamente graduale e avrà inizio con i genitori dei bambini che faranno la prima elementare nell’anno 2005-2006.

E’ necessaria la disponibilità di alcuni giovani che accolgano e intrattengano i bambini dei genitori che volessero partecipare alla catechesi.


2. Aiutare i bambini a fare esperienza della dimensione comunitaria della fede:

2.1. I ragazzi non possono e non devono essere penalizzati nell’eventualità che i genitori o uno dei genitori non partecipasse alla catechesi.

2.2. I ragazzi hanno il diritto di conoscere il Vangelo, di incontrarsi, di stare insieme, ma l’incontro non deve essere in alcun modo la continuazione della lezione scolastica.
I ragazzi continueranno ad incontrarsi, magari ogni quindici giorni, ma non più per la “lezione” di catechismo, bensì per assimilare alcuni valori fondamentali della fede, mediante attività ludiche, teatrali e musicali.
In quest’ottica i bambini non hanno più bisogno di un testo (che invece è molto utile per i Genitori); non hanno più bisogno di un quadernone, se non per tenere insieme i canti e le parole del recital.
I Catechisti-Genitori non avranno più l’impegno di preparare l’incontro, ma parteciperanno con gli altri genitori alla catechesi. Inoltre avranno il compito di trovare delle persone “esperte” nei settori suddetti per animare i gruppi dei ragazzi.

Es. I bambini della Prima Elementare hanno come tema fondamentale il “dono”:
la famiglia, il mondo, la vita, Gesù, il Vangelo, la Fede…
Il dono più grande è Gesù, che ci rivela l’amore gratuito e infinito del Padre del cielo con la sua vita, la sua Parola, la sua Morte e Risurrezione.
Questo tema può essere l’idea portante di un grande gioco; può essere rintracciato nelle canzoni (per es. quelle dello Zecchino d’oro…) e tradotto in un “recital”, che i bambini stessi costruiscono e preparano, per rappresentarlo durante e/o al termine dell’anno catechistico.

3. Aiutare il popolo dei battezzati ad acquistare familiarità con la Scrittura.

Un giorno alla settimana sarà dedicato alla PAROLA:
- in un contesto di preghiera prima di cena, in sostituzione della celebrazione eucaristica;
- in un confronto-meditazione sui testi della liturgia della domenica, dopo cena.
L’esperienza degli anni passati è un po’ deludente, in quanto queste iniziative non riescono a coinvolgere più di una ventina di persone prima di cena e circa una decina dopo cena, forse perché oggi la comunicazione è sempre meno verbale e sempre più simbolica e visiva.
Comunque, vale la pena continuare.
E’ quanto mai opportuno che i responsabili dei gruppi, che in qualche modo fanno riferimento alla Parrocchia, partecipino ad uno di questi due momenti.
Tali incontri potranno essere guidati dal parroco, o dai responsabili degli stessi gruppi o, comunque, da laici, tenuti, se possibile, in case private, che abbiano la disponibilità ad ospitare un certo numero di persone, sul modello dei centri di ascolto.

4. L’azione di evangelizzazione non può dimenticare il mondo dei giovani, andando incontro alle loro esigenze di formazione individuale e comunitaria.

Si offrano loro esperienze forti, dove la fede si vive concretamente, oltre la monotonia del quotidiano.
I giovani che già vivono la vita associativa (A.C. e Scout) debbono anche mostrarsi sensibili al più vasto mondo dei loro coetanei, che apparentemente sembrano non interessati al discorso religioso.
5. Rientrano nell’area dell’evangelizzazione anche alcune attività più strettamente culturali, con lo scopo di far prendere coscienza dei valori cristiani presenti nella letteratura, nell’arte, nella musica e nel cinema.

B. Liturgia.

· Il cristianesimo non è una filosofia, né può essere ridotto a ideologia: è Dio che si rivela in Gesù Cristo e in Gesù Cristo accoglie tutti coloro che sono disponibili ad entrare in comunione con lui.

Nel cristianesimo la Parola esige di diventare azione, perché <<il Verbo si è fatto carne>> (Gv. 14,1).
· I sacramenti sono il prolungamento nel tempo della visibilità di Cristo; sono delle “mediazioni” visibili, per mezzo delle quali noi possiamo entrare in comunione con Cristo e, quindi, con Dio.

· La liturgia cristiana è un complesso di azioni “rituali” e “simboliche”, per mezzo delle quali l’Evento della risurrezione di Cristo coinvolge realmente il credente e lo chiama in causa, facendolo diventare nel mondo strumento di risurrezione.
· L’Eucaristia è la sintesi di tutta la vita liturgica, pur non essendo l’unica. Ci sono anche altre azioni liturgiche, non meno importanti dell’Eucaristia, che, però, trovano nell’Eucaristia la loro piena realizzazione.

· Ogni celebrazione sacramentale è azione liturgica e rende presente Cristo che salva e redime l’uomo.

L’obbiettivo da raggiungere nei prossimi cinque anni è quello di aiutare i battezzati ad una partecipazione alle azioni liturgiche consapevole, attiva e fruttuosa.

1. La prima condizione è quella di curare in modo particolare il servizio della Parola (Lettori).

Chi proclama la Parola, deve lasciarsi coinvolgere dalla Parola stessa, leggendola e meditandola.
L’improvvisazione non si addice alla Parola di Dio.
Si ritiene necessario un “corso” di preparazione per i Lettori e un calendario che regoli il loro servizio domenicale e festivo.
All’incontro del mercoledì dovrebbero partecipare almeno tutti coloro che svolgeranno il servizio di Lettori nella domenica successiva.

2. Occorre rendere più efficiente anche il servizio liturgico dei Ministranti, mediante la scelta di un responsabile e la sensibilizzazione dei bambini che hanno fatto la Prima Comunione.

3. Non meno importante, dal punto di vista della partecipazione alle azioni liturgiche, è il servizio della questua.

Con la propria offerta, i membri dell’assemblea si uniscono a Cristo che, nei segni del pane e del vino, si offre al Padre per la salvezza di tutti.
La raccolta delle offerte deve essere contemporanea alla preparazione del pane e del vino. Per questo è necessario che il servizio sia svolto da più persone, in modo da concludersi prima del prefazio.

4. Ai gruppi (soprattutto all’A.C., agli Scout, ai Catechisti) si richiede una presenza motivata alle celebrazioni liturgiche, perché diventino anima dell’assemblea.

Su di essi occorre fare affidamento per la puntualità alle celebrazioni, per la scelta dei posti, per la disponibilità al canto liturgico.
La funzione di un Coro nel contesto della celebrazione è quello di aiutare l’assemblea a cantare e di fare in modo che anche il canto diventi dialogo, per una preghiera più sentita e coinvolgente.

Al Coro delle Voci Bianche è affidato generalmente l’animazione della celebrazione eucaristica domenicale delle ore 10,00


5. L’Eucaristia è la forma più completa e perfetta della Liturgia e ogni azione liturgica trova il suo compimento nell’Eucaristia.

Ma l’Eucaristia non esaurisce tutta l’attività liturgica della Chiesa, e, quindi, della parrocchia.
Educare il popolo di Dio a valorizzare anche le altre celebrazioni liturgiche, che non prevedono l’Eucaristia: oltre alla celebrazione del Battesimo, occorre dare spazio alle Celebrazioni della Parola ogni mercoledì, da ottobre a maggio; Celebrazioni Penitenziali, come preparazione alla celebrazione del sacramento del Perdono, nei tempi liturgici d’Avvento e di Quaresima; Celebrazione dell’Unzione dei Malati, in una data da stabilirsi.

6. Legato alla celebrazione dell’Unzione c’è il ruolo dei Ministri Straordinari della Comunione.

Ad essi è affidato il compito di portare la Comunione ai malati e a tutti coloro che, comunque, non possono raggiungere la chiesa.
E’ importante che questo servizio si svolga in giorno di domenica, dopo la Messa delle ore 10,00. L’assemblea deve sapere che nelle case ci sono persone che desiderano essere in comunione con quanti si ritrovano insieme in chiesa e che questo loro desiderio può essere realizzato per mezzo del Ministro della Comunione e di eventuali persone che l’accompagnano. E’ necessario, comunque, accordarsi precedentemente con le Famiglie dei malati e degli anziani.

C. Carità (vita)

Se mi amate, osserverete i miei comandamenti”.
Da questo vi riconosceranno che siete miei discepoli: se vi amate a vicenda”.
Non chi dice: Signore! Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”.
Beati piuttosto coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica”.
Sono alcune espressioni prese dal Vangelo, che indicano in modo chiaro il pensiero di Gesù: non basta conoscere la Parola di Dio; non basta celebrare le meraviglie operate da Dio; occorre vivere e testimoniare l’amore di Dio.
Tutta l’attività pastorale deve essere ricondotta alla Carità; tutta l’attività pastorale deve svolgersi nel segno della Carità.
Nei prossimi cinque anni la comunità parrocchiale di san Massimiliano Kolbe è impegnata a far crescere i battezzati nella Carità.
* Nell’ambito della Carità si colloca anche il “volontariato”, come impegno di servizio gratuito per la comunità.
1. Da qualche anno è in funzione un Fondo parrocchiale di solidarietà”:
si tratta di un fondo in cui confluiscono le offerte della questua in occasione di funerali o di alcuni periodi liturgici particolari: Avvento, Quaresima, Pasqua; le offerte per la celebrazione delle Messe; le offerte libere della gente.

Da questo fondo si attinge per venire incontro a particolari situazioni di urgenza e di necessità, che possono verificarsi nell’ambito della parrocchia, in Italia e nel mondo.

L’obbiettivo è la nascita della Caritas Parrocchiale: un gruppo di volontari che gestisca questo fondo e sia seriamente impegnato a conoscere e ad intervenire in situazioni di bisogno.
La Caritas Parrocchiale inoltre, deve fare da tramite tra la parrocchia e la Caritas Diocesana per portare a conoscenza del popolo di Dio i progetti e le iniziative.

Collegato alla Caritas dovrà operare il “Gruppo Missionario” con lo scopo di sensibilizzare il popolo di Dio sull’opera di promozione umana e di evangelizzazione nei vari paesi del mondo,sia tramite corrispondenza epistolare con alcuni missionari sparsi nel mondo, sia organizzando le due “giornate” dell’anno a carattere missionario, la Giornata dell’Infanzia Missionaria il 6 gennaio e la Giornata Missionaria Mondiale nella terza domenica del mese di ottobre..
Nello svolgimento di questa attività la Caritas, in particolare il Gruppo Missionario, potrebbe coinvolgere i giovani del Clan e quelli dell’Azione Cattolica.

2 . Il volontariato si esprime anche attraverso le attività dell’Oratorio Parrocchiale “S.M.Kolbe”, che si compone di una grande sala-giochi nel sottochiesa e di altre attività (corso di italiano per stranieri adulti, corso di computer, di ricamo, di lingua inglese; sostegno scolastico …), che vengono proposte all’inizio di ogni anno, sotto la responsabilità di persone esperte.

3. Anche la varie “giornate”, collocate durante l’anno, debbono essere pensate, preparate e realizzate dalla Caritas Parrocchiale.
Sono “giornate” che hanno lo scopo di sensibilizzare la comunità cristiana su alcuni particolari problemi e di raccogliere fondi.
- Giornata per la vita (prima domenica di febbraio);
- Carità del Papa (ultima domenica di giugno);
- Quotidiano Cattolico “Avvenire” (prima domenica di ottobre);
- Università cattolica del Sacro Cuore (una domenica di aprile)…
- Giornata per il sostentamento del clero (offerte deducibili e 8 x mille)

Qualcuno ha affermato:
“la Chiesa è un’aggregazione di persone che sono nate cristiane,ma che rischiano di non diventarlo mai!”.

Noi vogliamo essere Chiesa diventando cristiani ogni giorno.

 

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Parrocchie di San Massimiliano Kolbe e Tabano


“DIO E’ AMORE”

 

“Dio ci ha creati liberi, ma non ci ha lasciati soli:
si è fatto Lui stesso “via” ed è venuto a camminare insieme con noi,

perché la nostra libertà abbia anche il criterio
per discernere la strada giusta e percorrerla”

(Benedetto XVI)

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il Parroco

Contatti

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